Autovetture senza conducente: il futuro è realtà
Giulio Orzieri 18 Aprile 2016

Il futuro del settore automobilistico? È già realtà. O, almeno, se ne parla in maniera concreta. Dopo l’introduzione su larga scala, di autovetture ibride o totalmente alimentate elettricamente, il passo successivo sarà quello delle autovetture che viaggeranno senza avere necessità di un guidatore.

Sembra ancora impossibile, eppure l’industria automobilistica si sta muovendo in tal senso, ma non solo l’industria automobilistica: il colosso Google, è tra i primi a lavorare a un progetto di autovettura senza conducente: la Google Driverless Car.

Già lo scorso anno, durante la TED conference di Vancouver, Chris Urmson – capo progetto Google Driverless Car – ha dichiarato che, entro il 2010, le autovetture senza conducente potranno essere distribuite e, addirittura, potrebbero diventare uno standard a livello internazionale.

Uno scenario davvero fantascientifico, eppure reale. A breve quindi, non sarà quasi necessario ottenere una patente di guida, come lo stesso Urmson ha spiegato durante la conferenza di presentazione della Google Driverless Car, facendo l’esempio di suo figlio, che avrà l’età giusta per poter guidare proprio nel 2010, anno in cui Google è sicura di poter abbracciare un mercato assolutamente nuovo.

Secondo i promotori delle auto senza conducente, questa nuova tecnologia consentirà di migliorare lo stile di guida di miliardi di persone, quelle che ogni giorno nel mondo, utilizzano un’autovettura per lavoro o per gli spostamenti personali quotidiani. Non solo sarà un modo molto più rilassante di viaggiare in auto: si abbasserà notevolmente il numero degli incidenti stradali, che ogni anno nel mondo, provocano la morte di oltre 1milione e 200.000 persone. “Un numero che equivale a un jet che si schianta al suolo ogni giorno” ha dichiarato Urmson.

Il prototipo di Google Driverless Car presentato lo scorso anno, è a trazione elettrica ed è privo dei tradizionali controlli che si utilizzano normalmente per guidare. Una centralina elettronica, è in grado di controllare un enorme numero di sensori applicati in svariati punti dell’autovettura, e attraverso un software particolare, ogni tipo di manovra e di controllo della vettura è reso possibile.

Google sta lavorando a spron battuto su questo progetto: i prototipi utilizzati fino ad ora per i test necessari, sono riusciti a percorrere circa 700 miglia su strada. È un grosso risultato. Impensabile fino a una manciata di anni fa.

Eppure, malgrado i responsi positivi dei test, che confermano come sia possibile viaggiare in sicurezza su un’automobile che si guida da sola, c’è anche chi storce il naso e solleva grossi dubbi, come nel caso dell’FBI, in cui sono convinti che, così come esistono le peculiarità positive in un progetto del genere, lo stesso – in mani sbagliate – si può tramutare in qualcosa di molto pericoloso. Ad esempio, nel caso in cui questo tipo di vettura senza conducente, venga utilizzato per dar luogo a sparatorie mentre si corre in auto: il fatto che si possa viaggiare, anche ad alta velocità, senza aver necessità di guidare, rende liberi di fare altre cose mentre si corre in auto.

Oltre a questo tipo di problematica sollevata dall’FBI, che non è comunque di poco conto, c’è anche da riflettere sulla sicurezza globale dei possessori di auto senza conducente, che vanno dall’utilizzo dei dati informatici per scopi impropri, alla possibilità di infettare i software, qualora non si pensi in tempo utile a una soluzione che permetta la massima sicurezza sotto questo aspetto.

Effettivamente, proviamo a immaginare cosa accadrebbe nel caso in cui, un gruppo di pirati informatici riuscissero a scaricare virus sui software che controllano i sensori delle autovetture senza conducente. Potrebbero arrivare a controllare i percorsi delle autovetture e, nella peggiore delle ipotesi, provocare incidenti anche mortali.

Anche su questo tipo di problematica comunque, si sta lavorando, per cercare una soluzione condivisibile che renda più sicure le autovetture di nuova e prossima generazione.

A parte i problemi legati alla sicurezza, bisogna pensare anche a quelli legati alla Privacy. Lo scorso Giugno infatti, John M. Simpson, direttore del Privacy Project dell’organizzazione no profit di tutela dei consumatori Consumer Watchdog, ha sollevato il problema durante l’assemblea annuale degli azionisti di Google, per cui Simpson ha acquistato due azioni pur di poter partecipare e dialogare coi dirigenti.

Sareste disposti a tutelare la privacy degli utenti delle auto senza conducente e a impegnarvi fin da subito a usare le informazioni raccolte solo per azionare i veicoli, e non per altri scopi di marketing?” ha chiesto Simpson che ha ottenuto questa risposta da David Drummond, uno dei consulenti legali di Google nonché uno dei vice presidenti: “Credo che la partita delle auto senza conducente sia appena cominciata e che sia troppo presto per stabilire regole che dicono: ‘non farai X, Y e Z con questi dati’. Penso che quando i veicoli saranno operativi, il valore potrebbe essere notevole… è un po’ presto per trarre conclusioni che, da molti punti di vista, limiterebbero l’innovazione e la nostra capacità di produrre un bene di consumo straordinario”.

Come è facile immaginare, intorno al progetto dell’autovettura senza conducente, ruotano interessi miliardari, ma non solo per chi le produrrà: anche chi investe sulla raccolta dei dati sensibili delle persone, per poi riutilizzarli per sviluppare campagne di marketing, guardano con molto interesse questo tipo di progetto.

Insomma: a breve il mondo cambierà completamente l’assetto cui siamo abituati, e cambieranno non solo gli stili di viaggio ma anche, la prospettiva relativa agli esseri umani, sempre più connessi ai sistemi informatici.

Giulio Orzieri

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