Automobili: quanto pesa il possesso sul bilancio familiare
Giulio Orzieri 15 Aprile 2016

È innegabile: possedere un’autovettura – oggi come oggi –  è assolutamente necessario, tranne in casi rarissimi, ma incide non poco sul bilancio individuale o familiare. Specialmente di questi tempi, in cui non si fa altro che verificare costantemente le voci del bilancio mensile e, spesso, ci si ritrova a dover dare priorità ad alcune voci rispetto ad altre.

Una voce del bilancio familiare che pesa sicuramente in maniera non indifferente, è quella legata al mantenimento della propria autovettura, e – in alcuni casi – le automobili in casa sono più di una. Tra tassa di possesso, il bollo auto che si paga annualmente e la tassa di acquisto, altre imposte, l’acquisto del carburante, i controlli periodici dal meccanico e qualche riparazione che può capitare di dover far effettuare durante l’anno, si comprende come possedere un’automobile corrisponda a spendere un bel gruzzolo di denaro.

Pensate che, solo per ciò che riguarda tasse e imposte che gravano sui possessori di automobili, ogni anno lo Stato incassa circa 70 miliardi di euro. Una cifra enorme, di cui oltre sei miliardi sono il gettito ottenuto dal bollo auto, 37,4 miliardi relativi alle accise calcolate sul costo dei carburanti per autotrazione, 14,2 miliardi di euro sono la cifra ottenuta grazie all’incasso dell’i.v.a. calcolata sulle vendite di auto e le riparazioni effettuate nelle officine autorizzate e 5,9 miliardi di euro arrivano dalla tassa sul possesso. I restanti 4,5 miliardi arrivano dalle assicurazioni auto. Dalla voce generica “altre tasse”, lo stato incamera altri 5,2 miliardi circa.

Sono importanti dati evinti da uno studio condotto da Acea, relativamente il tema della fiscalità applicata al possesso delle autovetture nel nostro paese, e palesano l’importanza, per lo Stato italiano e le casse del Tesoro, che il comparto auto ha sui bilanci statali.

Periodicamente poi, si assiste al riaccendersi del dibattito sulla possibilità che lo Stato italiano abolisca o tagli il costo del bollo auto, una delle imposizioni meno gradite dalla popolazione. Il gettito relativo al bollo auto, che grava su tutti i veicoli omologati per la marcia, siano essi a quattro o a due ruote, rimpingua le casse delle regioni di residenza, motivo per cui nessun governo ha mai preso in seria considerazione la possibilità di abbatterne il costo o, come vorrebbero tutti i cittadini, di cancellarne l’esistenza.

D’altra parte, le soluzioni fin qui proposte non sembrano attuabili: una per tutte, è quella che proporrebbe di “spalmare” sul costo dei carburanti, l’eventuale eliminazione del bollo auto. Per rientrare della perdita economica, si dovrebbe – secondo alcuni – ridistribuire la cifra sul costo dei carburanti, cosa che però inciderebbe su tutta la popolazione, e penalizzerebbe non poco chi – ad esempio – utilizza l’auto o altri mezzi di locomozione per lavorare.

Insomma: almeno per ora, non s’intravvede alcun tipi di soluzione condivisibile per abbassare, almeno un poco, la forte pressione economica e fiscale che gli automobilisti subiscono.

Ma cosa accade nelle altre nazioni europee? Il confronto non è fattibile, dal momento che, uno dei dati da prendere in considerazione è il numero degli abitanti, e di conseguenza dei veicoli circolanti, che è nettamente diverso da paese a paese. Diciamo però, che nelle altre nazioni, il gettito relativo al possesso e alla circolazione delle automobili, deriva da fattori diversi rispetto all’Italia.

In Francia ad esempio, paese in cui il gettito evinto dalla fiscalità relativa al possesso e alla circolazione delle autovetture è quasi pari a quello dell’Italia, si punta maggiormente sui pedaggi stradali – 11 miliardi di gettito nel 2013 – e sulle accise applicate ai carburanti, 35,8 miliardi di euro. Per ciò che riguarda il bollo auto invece, che in Francia ha un diverso regolamento rispetto all’Italia, dal momento che il costo viene dimezzato dopo 5 anni di possesso dell’auto e abolito dopo 10 anni, la cifra incamerata dal Tesoro è pari a circa un miliardo di euro.

Questa normativa francese, dovrebbe essere presa a modello nel nostro paese: effettivamente, il costo della tassa sul possesso dell’automobile, dovrebbe calare in ragione dell’abbattimento del valore dell’auto nel corso degli anni. Come detto prima però, considerando che il solo gettito dovuto al pagamento del bollo auto sostiene i bilanci delle regioni, appare impossibile che qualcosa cambi in favore dei possessori di automobili, che continuano a pagare il prezzo più alto, in una Comunità – quella europea – che appare sempre meno comune, almeno per ciò che riguarda le normative e i regolamenti interni ai paesi membri.

Giulio Orzieri

2 Comments

  1. In Italia la macchina è ormai considerata un bene di lusso… Tassano in modo assurdo anche le utilitarie o le city car, tra immatricolazione, bollo, revisione biennale e assicurazione devi avere un certo stipendio per potertela permettere!
    Senza parlare delle naturali spese di manutenzione, tagliando, riparazione, sostituzione dei materiali di consumo, etc…
    D’accordo che l’auto sia un mezzo di trasporto non proprio ecologico, ma la mobilità del nostro paese non permette di spostarsi in modo efficiente solo con i mezzi, anzi, in alcuni territori l’auto è la sola alternativa, non giustifico quindi una pressione fiscale così elevata per auto di piccole o medie dimensioni quando sono un bene di primaria necessità (quando senza di essa non puoi neanche andare a lavoro, a seconda del luogo in cui si abita).

Your comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *