Ssang Yong, la nota casa automobilistica coreana, ha un’ambizione che qualcuno potrebbe considerare azzardata: conquistare il Vecchio Continente, patria di persone che con le automobili ha un rapporto tutto particolare, basato non solo sull’utilizzo che ne fa ma anche, se non soprattutto, sulla passione viscerale che, per le signore quattro ruote, prova.
Perché, diciamolo, fino ad oggi, seppur apprezzando le caratteristiche di grande concretezza ed efficienza a cui l’immagine del brand asiatico è legato, gli automobilisti europei non hanno apprezzato altro e hanno beatamente snobbato le proposte che sono state messe sul mercato.
La nuova Ssang Yong si presenta con una nuova “creatura” che, però, sembra avere le carte in regola per fare il salto di qualità. Debutta, infatti, con la nuova Tivoli che si presenta sul mercato con un design dinamico ed un po’, finalmente, sfacciato: un po’ spigolosa, tanto per affermare che non è un’automobile qualunque, mostra un “muso” accattivante, con fanali allungati ed un certo stile imperativo. Le fiancate sono marcate da passaruota che non passano inosservati, montanti importanti e vetrate ridotte, per sottolineare lo stile aggressivo, ed il lato b ammicca, tra fanali che sfuggono alla regolarità della geometria e spoiler che alleggerisce la stazza da crossover.
Faticosa la storia di questa azienda, che, però, dimostra di essere una combattente.
Fondata nel 1954, infatti, tenta con poco successo l’approccio vincente al mercato fino a che non trova una collaborazione con Mercedes – Daimer negli anni ’90 che dà vita alla Korando, il modello di maggior successo della casa di Seul, complice anche, ad onor del vero, l’estrosità Made in Italy rappresentata dalla matita geniale di Giugiaro, che quando disegna non perdona.
Tutto ciò, però, non è sufficiente a scongiurare il disastro: la Ssang Yong, dopo la produzione di qualche altro modello che non è rimasto certo nella storia dell’Automobile, viene rilevata in ordine prima da Daewoo, che fallisce a breve, e poi da General Motors, fino a che non viene travolta dalla crisi economica e corre seriamente il rischio di andare in fallimento.
Arriva, però, nel 2010 la salvezza, che porta il nome di Mahindra & Mahindra, un gruppo indiano che investe 230 milioni di dollari, introduce un nuovo motore a gasolio omologato EURO5 e dimostra saggia lungimiranza occupandosi anche di Information Technology e consulenza finanziaria su scala globale.
Da quel momento comincia la scalata all’Europa: 9.400 unità vendute nel 2014, di cui 1.200 in Italia e conquista del Salone di Ginevra 2016 con la nuova Ssang Yong Tivoli.
Per la prima volta, infatti, un’autovettura targata Ssang Yong non passa nell’indifferenza generale e fa parlare di sé. Rumors sussurrano che qualche colpo di matita di Giugiaro sia intervenuto ad aggiustare le linee di base del design, anche se dalla casa madre smentiscono e giurano che l’azzeccata estetica è tutta opera della creatività dei designer coreani.
Metro alla mano Tivoli è lungo 4,2 metri, largo 1,8 ed alto 1,6 con un volume dell’abitacolo interno ottimo, anche se il bagagliaio da soli 213 litri risulta un po’ sacrificato. Due le motorizzazioni che sbarcheranno in Europa: un benzina 1.6, quattro cilindri con 128 cavalli, ed un diesel, sempre 1.6 da 115 cavalli e tecnologia e-XDI 160, con prestazioni potenti e sportive. Entrambi i motori sono abbinabili ad un cambio manuale o ad uno automatico, entrambi a 6 marce, ed è possibile scegliere tra la trazione integrale e quella anteriore, tanto per dare qualche accattivante dato da cui partire.
Ma sembra non finire qui, promettono da casa Seul. Garantite, nelle promesse, performance eccellenti anche in termini di comfort e piacere di guida, grazie ad un telaio ad hoc ed ai motori omologati EURO6.
Del resto il campo di battaglia è pieno di “condottieri nemici” con cui confrontarsi di tutto rispetto: Nissan Juke, Peugeot 2008, Renault Captur, la “grande diva” Fiat 500X ed il Suzuki Vitara, che, siamo certi, non hanno intenzione di desistere con facilità.
Però.
L’aria che tira fa pensare che, forse, per la coriacea Ssang Yong sia arrivato il momento di svoltare. E lo si capisce dal fatto che non si è limitata a disegnare una bella autovettura che ha motori assolutamente all’altezza di quelli delle concorrenti, ma l’ha anche dotata di un cruscotto morbido ed accattivante con un quadro strumenti illuminato e con ben sei colori impostabili ed un sistema di infotainment con schermo da 7 pollici, telecamera posteriore per la retromarcia, ingresso HDMI per connettere il proprio smartphone, ben 7 airbag ed il servosterzo elettrico con tre modalità impostabili, normal, comfort e sport.
Nulla da invidiare alle più titolate concorrenti, quindi. Neanche il prezzo: la versione base a benzina costa 20.500 €, mentre per il diesel ci vogliono circa 2.000 € in più. Assolutamente allineato, considerate le motorizzazioni con cui viene messa sul mercato.
Niente da dire, dunque.
Non ci resta che fare il tifo per la nuova Ssang Yong Tivoli. Non foss’altro per l’ammirevole costanza e la grande capacità dimostrata di saper resistere alle tempeste come fossero pioggerelline primaverili, capacità che, se vogliamo essere onesti, a noi del Vecchio Continente, appassionati di motori e patria del design, a volte manca.