Legge Bersani ma non solo: come ereditare la classe di merito più vantaggiosa di un familiare
Giulio Orzieri 21 Settembre 2016

Da che è entrata in vigore, la Legge n. 40/2007, più popolarmente conosciuta come “Decreto Bersani”, ha rivoluzionato il panorama delle Assicurazioni apportando sostanziali cambiamenti in favore degli assicurati e contribuendo a diminuire notevolmente il potere della varie compagnie che prima, dobbiamo confessarlo, era inattaccabile.

Tra tutti i vantaggi che sono stati introdotti quello che ha avuto più risonanza e per il quale la Legge Bersani viene principalmente ricordata è la possibilità di ereditare la classe di merito di un familiare convivente se si acquista un’autovettura o una moto, nuova o usata che sia, beneficio che diventa vantaggioso quando l’automobilista in questione è un neopatentato, al quale sono solitamente riservate polizze molto alte.

Ricordiamo che sono diversi i parametri utilizzati per calcolare il premio finale di una polizza assicurativa e che tra i principali ci sono l’età del guidatore e la classe di merito: più è bassa la prima più è alto l’importo e diventa molto importante poter ottenere una classe di merito migliore per cercare di ammortizzare i costi.

Secondo la normativa vigente, infatti, quando si assicura per la prima volta un veicolo si dovrebbe entrare nella 14esima classe, la più alta e dispendiosa.

La Legge Bersani permette di superare questo ostacolo.

Esistono, però, delle condizioni che devono verificarsi per poter ereditare la classe di merito di un familiare. Vediamole insieme:

  • solo le persone fisiche possono usufruire di questa legge;
  • la persona da cui si eredita la classe di merito non deve essere obbligatoriamente un familiare, ma deve essere presente sullo stesso stato di famiglia;
  • il veicolo assicurato deve essere un “nuovo arrivo” nella famiglia, ovvero non deve essere mai stato assicurato a nome del nuovo contraente né di chi porta la classe di merito;
  • il veicolo da assicurare usufruendo della Legge Bersani deve essere aggiuntivo rispetto ad un altro già presente nel nucleo famigliare;
  • i veicoli devono essere dello stesso tipo; non è possibile ereditare la classe di una polizza stipulata su una moto se si vuole assicurare un’automobile.

Se tutte queste condizioni si verificano è possibile applicare il Decreto Bersani ed ereditare la classe di merito più vantaggiosa di un componente del proprio nucleo familiare.

Va sottolineata, però, una realtà che spesso viene sottovalutata: una classe di merito acquisita con il Decreto Bersani costa comunque di più di una classe di merito di pari livello ma conquistata negli anni e, dunque, conviene sempre valutare con attenzione se ereditare una classe di merito magari più bassa di quella che si acquisirebbe in modo naturale ma non così tanto da consentire poi un risparmio economico effettivo.

Esiste, però, un modo per ereditare la classe di merito “naturale” da qualcun altro avvalendosi inizialmente del beneficio offerto dalla Legge Bersani ma superando in seguito l’ostacolo della differenza che esiste, sia economica che di sostanza, tra CU “acquisita” e CU “conquistata.

Si tratta di quella particolare condizione che si verifica quando si sottoscrive un’assicurazione su un veicolo, la si porta avanti per anni conquistando naturalmente una buona classe di merito e ci si ritrova poi a a dover prima aumentare il numero dei proprietari, magari perché il figlio prende la patente, ed in seguito a diminuirlo, perché magari viene venduto il veicolo e ne viene riacquistato un altro da uno solo dei due precedenti ex-proprietari.

Che succede in questi casi?

Nella prima fase, quella in cui il figlio del nostro esempio diventa cointestatario di un veicolo già assicurato dal padre con un buona CU, è possibile usufruire dei vantaggi della Legge Bersani: il figlio, se ancora convivente con i genitori, erediterà la classe di merito del padre anche se neopatentato.

Nella seconda fase, però, ipotizzando che dopo qualche anno il figlio vada a vivere per conto suo, il veicolo cointestato venga venduto ed il ragazzo si compri una macchina per conto suo, le cose cambiano. Il ragazzo, infatti, può mantenere la classe di merito conquistata a patto che l’altro cointestatario, il padre rinunci definitivamente alla classe maturata con una dichiarazione scritta. Da sottolineare che la rinuncia riguarda esclusivamente la classe di merito del veicolo cointestato e non quella maturata su altri eventuali mezzi e, quindi, il padre del nostro esempio, se proprietario di altri veicoli, alla fine non rinuncia a nulla di così importante e permette al figlio, patentato da pochi anni, di ottenere una classe di merito effettiva che quest’ultimo avrebbe impiegato anni a conquistare secondo il metodo più “tradizionale”.

È opportuno sottolineare che tendenzialmente l’assicurazione su un veicolo cointestato non è molto consigliata perché calcola il premio sulla base dei parametri che si riferiscono al proprietario economicamente più rischioso, ma questo è il caso in cui è possibile trasformare in vantaggio questo tipo di polizza, superando anche il limite di obbligo di convivenza imposto dal Decreto Bersani.

Giulio Orzieri

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