Auto ecologiche: come cambia il mercato
Giulio Orzieri 11 Aprile 2016

Quando si parla d’industria e mercato automobilistico, si pensa poco alla storia e all’evoluzione dell’autovettura. Una storia tutto sommato recente, dal momento che, i primi modelli, accenno di ciò che sarebbe un giorno divenuta l’automobile nella vita di ognuno di noi, risalgono a circa 150 anni fa.

Dai primi progetti di veicoli a quattro ruote, mossi per mezzo di cavalli a quelli – considerati all’epoca “futuristici” – disegnati verso la metà dell’800 e mossi per mezzo di rudimentali motori a vapore a ciò che vediamo circolare oggi nelle strade di tutto il mondo, il panorama è totalmente cambiato.

Autovetture sempre più in grado di effettuare azioni elettronicamente, design altamente aerodinamici, motori ibridi e ora, l’evoluzione ulteriore, con le automobili a trazione totalmente elettrica. Insomma: non ci sono più limiti alla progettazione nel settore automobilistico.

E se un tempo era necessario attendere molto, prima di veder concretizzare una novità per ciò che riguarda la progettazione innovativa dedicata all’industria automobilistica, oggi questi processi avvengono in breve tempo e cambiano nettamente non solo le forme e le motorizzazioni degli autoveicoli, ma anche e soprattutto, le nostre abitudini di guida.

La nuova frontiera, oggi, è rappresentata dalle auto a trazione elettrica, le cosiddette auto ecologiche. Questa ulteriore evoluzione, è dovuta non solo a una trasformazione in seno al settore di riferimento, ma è soprattutto motivata dall’esigenza – a livello mondiale – di abbattere quanto più possibile le emissioni di CO2.

Come si sa, le condizioni climatiche e ambientali, negli ultimi anni, sono velocemente e gravemente mutate, proprio a causa di un insensato e incontrollato sfruttamento di risorse energetiche come il petrolio, che hanno contribuito sostanzialmente a minacciare l’ecosistema terrestre. E se è pur vero che l’industrializzazione da un lato ha sviluppato economicamente, negli anni, molte nazioni, dall’altro l’uso sconsiderato di sistemi energetici basati solo sull’utilizzo del cosiddetto “oro nero” ha deviato considerevolmente l’assetto ambientale su scala mondiale.

Ora, è necessario correre ai ripari. E il settore automobilistico è il primo chiamato a cambiare la produzione, trasformando le automobili che fin qui abbiamo conosciuto, in auto ecologiche a impatto zero, che siano in grado di apportare il loro importante contributo al benessere globale.

Auto ibride e auto interamente a trazione elettrica, hanno fatto capolino da pochi anni sul mercato, con design spesso poco curati, in quanto si pensava fondamentalmente allo sviluppo meccanico e ad abituare man mano la clientela internazionale a un nuovo modo di intendere i motori. Ma ora, la corsa allo sviluppo di progetti di design accattivanti e motorizzazioni sempre più performanti, è ormai aperta.

Lo conferma l’86ma edizione del Salone di Ginevra, che si è tenuto quest’anno dal 3 al 13 Marzo. Le proposte di auto green presentate, sono state al centro dell’attenzione di espositori e avventori. Non solo: la novità che è saltata agli occhi, è rappresentata stavolta dai design proposti: autovetture elettriche belle da vedere e – di conseguenza – attraenti da acquistare.

Badate bene: non è un criterio di poco conto. Se si vuole davvero sostituire il mercato delle automobili a benzina con quello delle auto ecologiche, è indispensabile non solo sviluppare progetti meccanici ed elettronici efficienti, ma anche soprattutto, generare design che siano apprezzati dai compratori.

È una sintesi di quanto dichiarato – durante l’ultimo salone di Ginevra – da Karl Schlicht, vicepresidente Europa e responsabile vendite e marketing della Toyota, che quest’anno ha presentato anche la prima autovettura a idrogeno, made in Japan: la Mirai, che rappresenta il passo successivo dopo le auto elettriche. E non è tutto, perché secondo i maggiori produttori di auto a livello mondiale, la vera evoluzione in seno al settore automobilistico, sarà rappresentata – si pensa entro i prossimi 10 anni – dalla totale autonomia di guida che avranno le automobili: l’essere umano sarà solo trasportato e non più guidatore.

Attualmente, diversi modelli montano già sistemi di guida ibridi, che consentono una semi autonomia. Sono necessari ad abituare gli automobilisti a ciò che ancora appare del tutto innaturale: entrare nell’abitacolo di un’automobile, impostare il tragitto, e non dover far altro che rilassarsi. Oggi tutto questo ci appare davvero futuristico, eppure, un giorno non lontano, sarà normale inserire un percorso e fidarsi ciecamente della nostra automobile, che sarà a tutti gli effetti, un efficientissimo robot in grado di fare per noi qualcosa di straordinario: guidarci là, fino a dove dobbiamo andare.

Giulio Orzieri

2 Comments

  1. nell’articolo sulle auto elettriche hai scrittoi: “basta impostare il tragitto, e non dover far altro che rilassarsi.” Non è propriamente così. Le nuove auto possiedono un sistema di guida assistita che aiuta nei sorpassi ma lungi dal togliere le mani dal volante, non è assolutamente consigliato dalle case automobilistiche, Tesla in primis. Che poi su YouTube ci siano filmati di gente che molla il volante e si affida alla guida computerizzata è un altra storia.

    1. ​Gentile Uccio,
      grazie per il tuo prezioso contributo, ogni considerazione dei nostri lettori è importante per noi e ci aiuta a migliorare.
      In effetti il livello di sicurezza degli attuali controlli di guida assistita non solleva l’automobilista da tutte le responsabilità ​derivanti dal possesso e conduzione di un’automobile, per questo è importante essere sempre vigili.
      Il vantaggio innegabile risiede senz’altro nel fatto che quattro occhi sono meglio che due, cosicché evitare pericoli è più facile.
      Certo è necessario avere un certo numero di casi da poter analizzare per fare considerazioni consistenti, e ad oggi la diffusione di queste tecnologie è ancora bassa.
      Resta sintonizzato sulle nostre frequenze però, seguiremo tutte le news sull’argomento con attenzione!

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