È stata presentata al Rétromobile, il Salone dell’Auto d’epoca di Parigi, tenutosi dal 3 al 7 febbraio e tutte le aspettative che erano nate dalle anticipazioni rilasciate dalle riviste del settore sono state ampiamente soddisfatte. Con estremo successo.
Si chiama E-Mehari ed è la nuova concept car della Citroën: propulsione elettrica, carrozzeria in plastica, abitacolo lavabile e colori vivaci che non passano certi inosservati. A dire il vero questa stravagante ed innovativa quattro posti ha tutte le carte in regola per far parlare di sé e diventare un vero must del mondo automotive.
Come già ha fatto la progenitrice a cui si ispira e rende omaggio: la Mehari, la mitica “spiaggina” che resta indiscutibilmente uno dei simboli di quella voglia di libertà e di quello spirito rivoluzionario che caratterizzarono gli anni ’60.
Nacque quasi per gioco, dall’idea di Roland Paulze Ivoy La Poype, eccentrico e nobile inventore, ex pilota di caccia tra i più famosi ed eroici della II Guerra Mondiale ed intraprendente e lungimirante imprenditore che comprese già nel 1947 l’importanza che avrebbero rivestito le materie plastiche nello sviluppo industriale degli anni che sarebbero arrivati di lì a poco.
Questo eccentrico conte utilizzò il telaio della 2CV Furgonetta, altra icona di quegli anni, lo rivestì di plastica, mise due catene al posto delle portiere, evitò di mettere il tetto e realizzò l’autovettura più spartana ed anticonvenzionale che si fosse mai vista.
Pierre Bercot, l’allora presidente della Citroën, comprese subito che si trovava di fronte ad un’autentica innovazione e la produsse: il primo esemplare uscì nel 1968.
Carrozzeria in ABS (Acrilonitrile Butadiene Stirene), parabrezza ribaltabile, allestimenti che definire essenziali è riduttivo, completamente decappottabile, la Mehari incarnò lo spirito di un popolo in rivolta contro Le Général De Gaulle, l’uomo che sapeva solo vincere e che aveva represso con eccesiva fermezza i moti rivoluzionari degli studenti de La Sorbonne in quello che è diventato il tristemente famoso “maggio francese” del 1968.
Collochiamoci storicamente: siamo in recessione, la disoccupazione incombe e gli animi si stanno scaldando per i cambiamenti che bussano alle porte. La Mehari costa poco, richiede una manutenzione veramente minima, fa 16 km con un litro, è adatta per qualsiasi uso, dalla campagna alla spiaggia, dal lavoro allo svago, è robusta e resistente, esattamente come la razza di dromedari da corsa e da combattimento a cui ha rubato il nome, e riesce, nella sua estrema sintesi di sfrontata praticità, a sdrammatizzare le tinte fosche di quegli anni di guerriglia ed a conquistare i cuori della gente.
Solo nel 1969 ne furono prodotti 10.000 modelli e da quel giorno del 1968, in cui vide la luce il primo modello, fino al 30 giugno del 1987, data che sancisce l’uscita di scena della signora, ne furono messe su strada 144.953. Numeri di tutto rispetto per un’automobile così fuori dall’ordinario.
Ed al Salone di Parigi di inizio febbraio erano entrambe presenti nello spazio espositivo della Citroën, la “vecchia” icona rispolverata e la giovane cabrio che a lei si ispira, una di fronte all’altra, in un simbolico scambio di testimone tra passato e presente, da coniugarsi al futuro.
E la seconda, la giovane, ha dimostrato di non aver niente da invidiare alla personalità eccentrica e sfrontata della sorella maggiore. La Citroën, infatti, ne riprende la carrozzeria in plastica termoformata ed anticorrosione, gli interni impermeabili e lavabili con un semplice getto d’acqua, i colori sgargianti e vivaci ed il tetto in tela che scompare completamente, ne arrotonda le linee, la rende 2.0, connessa ed interattiva, aggiunge una propulsione 100% elettrica, un motore da 50 kW (68 Cv) con una batteria Lythium Metal Polymer della Bolloré, la casa produttrice di auto elettriche che ha conquistato la Francia con la Bluecar, promette 200 km di autonomia e 110 km/h di velocità massima e mette su strada un’accattivante cabrio che strizza l’occhio al mondo dei giovani di oggi, senza dimenticare, però, quelli un po’ più ribelli di ieri.
La E-Mehari sarà prodotta nello stabilimento PSA Peugeot Citroën di Rennes e sarà commercializzata dalla primavera prossima e, se si considera quanto è riuscita a far parlare di sé ancora prima di mettere gomma su strada, dobbiamo aspettarci un sicuro successo. Di nicchia, viste le particolarità della signorina in questione. Ma pur sempre un successo.