Melody Road: le strade del Giappone suonano a fin di bene
Giulio Orzieri 20 Gennaio 2016

Arriva dal Giappone un’idea che potrebbe rivelarsi una rivoluzione e rappresentare una concreta tutela della salute e della vita di chi viaggia in automobile.

Si tratta della Melody Road: la strada che suona.

Davvero la creatività e l’inventiva dell’essere umano non hanno limiti e quando vengono usate per dare vita a qualcosa di buono ci si sente tutti più orgogliosi, e anche sollevati, di essere diventati così “sapiens”.

“L’inventore”, in questo caso, è Shizuo Shinoda, un ingegnere giapponese dell’isola di Hokkaido, e la storia comincia 36 anni fa, come ha raccontato lo stesso protagonista. Un giorno, mentre stava andando a trovare il padre che aveva una ditta di costruzioni, Shizuo notò che passando con la macchina sopra a dei solchi profondi precedentemente lasciati sulla strada da un mezzo pesante, forse una ruspa, veniva prodotto un suono che variava a seconda della velocità di guida.

Da quel giorno passarono circa 27 anni durante i quali il nipponico ingegnere visse la sua vita rigirandosi in testa questo ricordo di tanto in tanto.

Nel 2005, però, la crisi economica arrivò a mettere in discussione la sua carriera e la sua professione fino al punto di fargli rischiare il fallimento. Anziché abbattersi ed arrendersi, a Shizuo Shinoda venne l’idea di provare trasformare quel ricordo che l’aveva così tanto colpito in business. Ottenne il permesso dal Comune, presentò il suo progetto ed i suoi disegni alla Hokkaido Industrial Research, il dipartimento dell’Amministrazione di Hokkaido che si occupa dello sviluppo delle tecnologie industriali, ed insieme ad un team di ingegneri del Centro costruì nel 2007 la prima Melody Road del Giappone: qualche centinaio di metri di strada per qualche decina di secondi di melodia.

Fu un successo. Shibetsu, la cittadina in cui è stata realizzata la strada, fu invasa da turisti attirati dalla curiosa struttura e le sorti economiche e professionali dell’ingegnere risollevarono all’istante.

Ad oggi in Giappone sono 4 le “strade melodiose”: a Hokkaido, quella dell’ingegner Shinoda, a Wakayama, che suona la ballata giapponese “Miagete goran yoru no hoshi wo” (Guarda le stelle nella notte), a Shizuoka e a Gunma.

Ma perché la strada suona?

Perché l’attrito prodotto dagli pneumatici che passano sulla strada genera delle vibrazioni che si propagano fino all’abitacolo dell’autovettura e, poi, raggiungono l’apparato uditivo.

Ora, tutto ciò non l’ha certo scoperto il buon ingegnere, sia chiaro. A lui va solo il merito, geniale, di aver sfruttato le leggi dell’acustica, quella branca della fisica che studia, appunto, il suono, per capire come dovevano essere fatti i solchi sulla strada per poter produrre un determinato tono piuttosto che un altro al fine di “far suonare” alla strada melodie conosciute.

Diverse sono le variabili che entrano in gioco per poter creare vibrazioni che abbiano determinata ampiezza e determinata intensità.

La prima è la profondità delle scanalature, varia da un minimo di 6 ad un massimo di 12 mm, e la seconda è la distanza a cui vengono realizzate, più sono vicine più il suono è acuto, più sono distante più è alto.

Poi ce n’è una terza: la velocità di crociera della vettura che ci passa sopra. Infatti, le “strade melodiose” suonano solo se si viaggia ad una velocità compresa tra i 40 km/h ed i 60 km/h.

Ed è qui che un’idea apparentemente bizzarra e stravagante si trasforma in un potenziale potente strumento di educazione sociale.

Sono state tante le campagne promozionali che hanno cercato, e stanno cercando, di far conoscere al mondo l’esistenza delle “strade melodiose”. La prima è stata quella portata avanti dalla Dunlop, una delle aziende mondiali leader nella produzione di pneumatici, che, in collaborazione con la Prefettura di Nagano ha finanziato una Melody Road a Nagano e ha creato una campagna pubblicitaria mediatica con l’obiettivo dichiarato di sensibilizzare la popolazione ad una guida più consapevole e sicura e a rispettare i limiti di velocità.

Le Melody Roads sono disseminate di simpatici cartelli che invitano il guidatore a mantenere una certa velocità, chiudere i finestrini e godersi la musica e hanno grandi e colorate note musicali e chiavi di violino disegnate sul manto stradale. Chi l’ha percorse ha dichiarato che l’esperienza è estremamente piacevole e l’impatto positivo sull’umore è decisamente rilevante.

Siamo stati addestrati dagli autovelox e dalle politiche comunali al limite del vessatorio a guidare arrabbiati e a sentirci furbi se violiamo i limiti imposti dal Codice della Strada. Se riuscissimo tutti, Amministrazioni comprese, a raccogliere la sfida che Shizuo Shinoda, con classe ed eleganza, ha lanciato al mondo, le nostre strade sarebbero più sicure. E noi molto meno arrabbiati.

Giulio Orzieri

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