Dallo scorso anno è in corso l’operazione di cessione della totalità delle quote di Carige Assicurazioni e Carige Vita ad Apollo Management Holding che dovrebbe concludersi entro la prima decade di giugno, come ha spiegato l’amministratore delegato del gruppo bancario genovese, Piero Luigi Montani, in occasione della conference call per illustrare i risultati del primo trimestre 2015. Inoltre lo scorso 13 maggio l’Ivass ha consegnato ad Apollo management holding l’autorizzazione all’acquisto di Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova, le due compagnie messe in vendita da Banca Carige. Come ha spiegato Montani, la cessione non è ancora stata finalizzata in quanto “gli accordi di vendita pre-siglati con la controparte erano assoggettati all’autorizzazione dell’autorità di vigilanza”. Dopo l’addio alle assicurazioni, l’attenzione si concentra sul banking, seguito dalla Banca Cesare Ponti, e sul credito al consumo seguito da Creditis.
Un lungo percorso
L’accordo per la cessione delle compagnie assicurative del gruppo ad Apollo Management è stato siglato alla fine dello scorso ottobre per 310 milioni, mentre a fine dicembre l’operazione ha ricevuto il via libera della Commissione Ue per le questioni antitrust. A fine aprile un’assemblea straordinaria degli azionisti di Carige ha deliberato l’operazione di aumento di capitale fino a 850 milioni per poi giungere lo scorso 13 maggio all’ok dell’Ivass a completamento dell’iter autorizzativo per perfezionare la vendita.
Inoltre anche la BCE si è espressa in merito all’ingresso della famiglia Malacalza in Carige. Dopo l’ok del Ministero delle Finanze, la conferma da parte dell’organismo europeo ha reso effettivo il passaggio del 10,5% di Carige dalla Fondazione alla famiglia dei Malacalza, partecipato al 48% dai fratelli Davide e Mattia, mentre il padre Vittorio detiene una quota del 4% ed esercita il suo ruolo di nuovo azionista di riferimento. A cessione del pacchetto ultimata, la Fondazione deterrà una partecipazione del 2% e sarà il quinto azionista di Carige dopo Malacalza Investimenti, Bpce (9,9%), Ubs (4,7%) e Gabriele Volpi (2% circa).
La cessione delle compagnie assicurative Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova da parte di Banca Carige al fondo americano Apollo Management dovrebbe quindi trovare conclusione in tempi relativamente brevi.
Cosa cambierà per i clienti Carige
E’ presto per dire cosa cambierà per chi ha stipulato una polizza o ha aperto un conto con Carige. In particolare Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova rappresentano la parte assicurativa del gruppo finanziario della Banca Carige, il cui destino verrà deciso entro la prima metà di giugno e di cui si sa ancora molto poco. Nessuno del resto si sbilancia. L’istituto punta a diventare, con la nuova gestione dei Malacalza, una banca commerciale di medie dimensioni, attenta alle esigenze di imprese e famiglie, concentrata in particolare tra il Nord e il Centro Italia.
Per quanto riguarda i correntisti, gli stress test della Bce assicurano che i titolari dei conti correnti dell’istituto non corrono rischi: gli ultimi movimenti del Gruppo fanno pensare alle più caute previsioni. Inoltre, bisogna ricordare che i correntisti italiani possono contare comunque su una protezione anche nel caso di un crack dell’istituto di credito: se la banca fallisce, i soldi presenti sul conto corrente o sui conti di deposito vengono rimborsati da un particolare organismo di garanzia, ovvero il Fondo Interbancario di Tutela dei depositanti (Fitd) che copre tutte le giacenze fino a un massimo di 100mila euro per ogni correntista.
Cosa cambia per gli azionisti
Il progetto di aggiornamento del Gruppo Carige è stato presentato fin da subito come “inclusivo”, ovvero aperto a tutti. Questo vuol dire che tutti coloro che condividono le motivazioni che hanno spinto la famiglia Malacalza a entrare tra gli azionisti principali di Carige sono i benvenuti: bisogna credere in un investimento di lungo periodo, ma anche sostenere le imprese del territorio, senza lasciare spazio alle speculazioni. Verranno quindi valutati i rapporti con gli altri azionisti che hanno quote superiori al 2%, come i francesi di Bpce (che dovrebbero confermare il loro 9,9%) gli svizzeri di Ubs (4,7%), il mondo delle cooperative, le famiglie Gavio e Bonsignore e il nuovo socio, Gabriele Volpi, broker del petrolio che ha avuto successo in Africa, nonchè patron dello Spezia Calcio e della Pro Recco di pallanuoto, già titolare del 2%, il quale ha dichiarato la sua disponibilità a salire fino al 5.