Se n’era già parlato all’inizio dell’autunno scorso, quando al Salone di Francoforte 2015 il CEO di casa Ferrari Amedeo Felisa aveva annunciato il debutto di un nuovo modello entry level della casa di Maranello, compatto nelle dimensioni e con un propulsore V6 posteriore e centrale da 2,9 litri, lo stesso che monta la nuova Giulia Alfa Romeo, tanto per intendersi, anche se con qualche cavallo in più da sfruttare rispetto a quest’ultima, fino a 600, sembrerebbe.
Una Ferrarina, insomma, destinata ad una fascia di pubblico più ampia e “popolare”, anche se le virgolette sono d’obbligo perché immaginiamo che i prezzi resterebbero, se il progetto dovesse trasformarsi in realtà, proibitivi.
Dopo l’annuncio di Felisa, però, i rumors si erano attenuati, fino a questi giorni, nei quali è cominciato a circolare in Rete un rendering misterioso, ad opera di Laco Design, dal nome promettente: Ferrari 450GT Dino. Gli appassionati si sono subito, scatenati, com’era prevedibile, del resto, vista la grande passione che il Cavallino Rampante riesce sempre a smuovere e, per quanto ancora tutto sia ammantato da una pesante, e stimolante, cappa di mistero, le speranze si sono riaccese.
Partiamo dal nome, che sicuramente non è sconosciuto a chi ha il cuore un po’ rosso, non solo per fisiologica necessità.
Dino, lo sfortunato figlio di Enzo Ferrari, è morto a soli 24 anni per una terribile distrofia muscolare, non prima, però, di essersi laureato in ingegneria ed aver progettato il primo motore V6 da poter utilizzare nelle competizioni di Formula 2. Dall’accordo fra il patron Ferrari e la FIAT di Gianni Agnelli, che mise in produzione il motore progettato dal geniale figlio di Enzo Ferrari, nacque, nel 1966, la Fiat Dino, prima in versione Spider, sportiva ed aggressiva, successivamente in versione Coupé, disegnata da Bertone, con qualche tocco di eleganza in più, la prima Ferrarina della storia, proposta ad un prezzo più accessibile e dedicata, quindi, ad una fascia di clientela più vasta. La Dino creò marchio a sé ed ebbe il suo pubblico di appassionati, con ben 3.500 modelli venduti, numeri importanti per quel periodo.
Un pezzo di storia, insomma.
Il resto è, invece, storia presente. E, si spera, futura.
Il tutto è partito da delle foto, pare rubate, che sono state pubblicate sul web e che mostrerebbero quella che sembra essere, o che se non è molto ci somiglia, una Ferrari 488 GTB, la nuova supercar di casa Maranello che è stata presentata poco più di un anno fa, ma che ha fatto il suo debutto ufficiale al Salone di Francoforte, proprio dove è stato intercettato ed intervistato Amedeo Felisa. Gli scatti proibiti, però, presenterebbero, oltre al canonico rosso-ferrari, anche un modello in livrea bianca con tanto di fascia tricolore che corre lungo tutta la vettura.
C’è voluto un attimo per sommare le dichiarazioni autunnali di Felisa e le immagini e far ripartire gli entusiasmi: nel giro di breve è cominciato a circolare in Rete l’elaborazione grafica curata da Laco Design, nome dietro il quale si celano due fratelli designer appassionati di macchine e motori, chiamata dagli stessi autori Ferrari 450GT Dino.
Molto simile alla 488 presenta, però, un muso più affilato, con aperture leggermente modificate ai lati ed un montante frontale che presenta il Cavallino in rilievo. Montanti laterali e parabrezza sono scuri, per contrastare il bianco, o il rosso, del vestito, e le linee sono filanti, da buona Coupé, anche se qualche montante in più disegna in modo originale la parte di raccordo fra i due lunotti.
Nulla di certo, ovviamente, visto che, in fondo, stiamo parlando di un disegno e nulla più.
Ci resta sempre difficile pensare che Sergio Marchionne, AD di FCA, autentico “Mangiafuoco” del settore Automotive, permetta che circolino scatti rubati e rendering fantasiosi su quello che potrebbe essere un debutto da urlo che, se ben pilotato, porterebbe linfa nelle casse dell’azienda, la quale, da che è stata presa in mano da lui, sta macinando successi su successi. L’uscita recente, condita da entusiasmi e vendite, della nuova Giulia Alfa Romeo ne è testimonianza.
Quindi ci sentiamo autorizzati a sperare senza essere considerati dei folli sognatori, a speculare, ad alimentare i rumors e ad attendere qualche nuova “indiscrezione” manovrata ad hoc.
Perché se dovesse davvero realizzarsi il progetto e la nuova Ferrarina dovesse appoggiare le gomme su strada, saremmo contenti. A prescindere dall’impossibilità di parcheggiarla poi concretamente nel nostro garage, sempre che dovessimo averne uno.