Auto ad acqua: un sogno? Forse, ma non del tutto. Da diversi anni se ne parla. Per alcuni è un progetto irrealizzabile, per altri invece, una possibilità. Come nel caso dell’ingegnere italiano Lorenzo Errico, che a questo sogno ha creduto al punto tale, da progettare e realizzare un kit che, montato su alcuni tipi di vettura, li rende ibridi, nel senso che, una volta avviato il motore, si può passare all’alimentazione ad acqua, riuscendo a percorrere un chilometro utilizzando appena un millilitro di acqua.
Lo scorso anno l’Ingegner Errico ha diffuso un comunicato, in cui annunciava l’entrata in produzione di questo sistema. L’idea gli è venuta scoprendo e studiando i progetti di Stanley Mayer, che è riuscito a tutti gli effetti, a realizzare una vettura con motore ibrido anche ad acqua.
Nel caso del kit dell’ingegnere italiano invece, non si deve acquistare una vettura particolare, ma installare il kit che ha progettato, che ha registrato con il nome Hydromoving, e sembra che i maggiori risultati si ottengano montando questo sistema su autovetture diesel e turbo diesel, a patto che siano fornite di filtro anti-particolato, DPF o FAP, Filtro SCR.
Ma il nostro ingegnere non si è fermato: ha realizzato anche un sistema che può essere montato sulle automobili a benzina.
Dopo i test iniziali e il successo che essi hanno determinato, Errico ha realizzato per Nissan il progetto Ufficiale Nissan 370 Z – Hydromoving system. Insomma: un successo internazionale, ma Made in Italy.
Come funziona il sistema Hydromoving
Uno dei grandi problemi che affliggono coloro che cercano di progettare automobili ad acqua, è certamente costituito dall’accumulo di idrogeno, che necessita di grosse bombole per essere immagazzinato. Errico è invece riuscito a sviluppare un sistema attraverso il quale, il processo di elettrolisi avviene automaticamente all’interno del motore dell’autovettura su cui è installato il suo sistema.
Oltretutto, non è esattamente sicuro viaggiare con a bordo delle bombole caricate a idrogeno: sarebbe come pretendere di guidare con a bordo delle vere e proprie bombe che possono scoppiare da un momento all’altro.
Come è immaginabile, il progetto dell’Ingegnere abruzzese ha trovato molti muri, in special modo sui Media che – in alcuni casi – hanno bollato come “bufala” la sua invenzione.
Vediamo insieme i motivi addotti da coloro che non credono al motore ad acqua né tantomeno al sistema realizzato dall’Ingegner Errico.
Motore ad acqua: per alcuni è una bufala
Come sempre accade quando qualcuno realizza una soluzione che può davvero cambiare un intero settore industriale, anche il sistema progettato e realizzato dall’Ingegner Errico ha ottenuto un fronte di contestazioni, da parte di persone scettiche relativamente la possibilità di poter alimentare una vettura attraverso il semplice utilizzo di acqua comune.
Le motivazioni addotte dagli scettici, si basano fondamentalmente su un criterio: l’elettrolisi, che è il principio alla base del motore ad acqua, richiede un’enorme potenziale energetico per poter essere attivato. Oltre ciò, per mantenere costante l’energia prodotta attraverso questo sistema, e permettere quindi il funzionamento su lunghi percorsi, sarebbe così alta da richiedere un costo troppo alto, e quindi, sconsigliabile da attuare.
In pratica, non è un discorso di negazione del successo del sistema, bensì un matematico criterio basato su costi e benefici.
Se per alimentare il motore di un’auto utilizzando l’acqua, è necessario generare un’enorme quantità di energia elettrica, va da se che il progetto è inutilizzabile in quanto la resa sarebbe troppo bassa.
Anche la soluzione di scegliere di estrarre dall’acqua di mare l’Idrogeno necessario al processo di elettrolisi, come accade alle vetture alimentate a Idrogeno, è evidentemente poco competitivo.
Per fare chiarezza su tutta questa storia, sono stati chiamati in causa anche gli inviati della trasmissione televisiva che va in onda su Italia1 “Le Iene”: la verifica effettuata dall’inviato della trasmissione, ha dato esito positivo e dato quindi ragione all’Ingegner Errico ma non è bastato spegnere le polemiche e i dubbi.
Conclusioni
Il settore dell’industria automobilistica, pur avendo negli ultimi anni speso molto per l’innovazione per ciò che riguarda i motori ibridi o totalmente elettrici, potrebbe ancor oggi avere poco interesse a sviluppare il settore delle autovetture alimentate ad acqua. Ciò può dipendere da diversi fattori: la spesa per l’innovazione delle industrie, le politiche legate al mercato del petrolio e ancora, la necessità di dover ripensare l’intera linea di produzione.
Il mercato non è ancora pronto per la vettura ad acqua su larga scala, ma probabilmente, nella prossima decade e anche a causa della condizione climatica globale che sta mostrando il conto degli effetti dell’industrializzazione e del poco interesse ad abbattere le emissioni a livello mondiale, porterà senz’altro a prendere in considerazione la scelta di trasformare la produzione.
Per ora, non ci resta che seguire le vicende legate alla ricerca e progettazione di motori ibridi benzina/acqua e sperare in un futuro privo di emissioni dannose, almeno per ciò che riguarda le automobili.