Per gli italiani in generale, e per l’uomo italiano in particolare, l’automobile non è solo un mezzo da utilizzare per soddisfare le proprie esigenze di spostamento, ma è piuttosto uno status symbol attraverso cui affermare se stesso e la propria capacità. Spesso i sacrifici per poter acquistare un’autovettura bella e prestante sono importanti e, a volte, anche eccessivi. Si preferisce rinunciare a qualcos’altro, ma alla macchina proprio no. Quella serve, ci si dice. E serve possibilmente nuova, potente e, soprattutto, stracarica di accessori.
Fino a non molto tempo fa quando si andava a comprare un’auto nuova il “sogno optional” era a parte. Ovvero, si partiva da un modello base che avesse l’indispensabile per viaggiare in sicurezza e si aggiungevano, a seconda dei desideri e delle disponibilità economiche per poterli soddisfare, i vari optional: aria condizionata, cerchi in lega, impianto stereo con USB, CD, MP3, comandi al volante, sensori di parcheggio, navigatore satellitare. E via a seguire. Forse agli albori dell’“era dell’accessorio” solo la vernice metallizzata era un optional a cui si rinunciava con difficoltà. Su tutto il resto ci si pensava su.
Oggi non è più così. Ci sarà pure la crisi e la guerra del greggio che fa impennare il prezzo del petrolio, ma la macchina, l’uomo italiano, la vuole accessoriata. Un po’ come se fosse una donna. Per questo tutte le case automobilistiche cercano di soddisfare i desideri dei potenziali acquirenti e sempre più presentano sul mercato automobili che già di serie hanno molti di quegli optional che una volta caratterizzavano le automobili di lusso ed i modelli di punta, come i sedili riscaldati, ad esempio, oggi, pare, complice anche una campagna pubblicitaria televisiva davvero imponente, accessorio irrinunciabile.
La prima storica casa automobilistica ad introdurre questo accessorio fu, nel 1971, la ormai definitivamente dismessa Saab, gruppo industriale svedese che aveva nei continui processi innovativi uno dei sui must produttivi. Del resto, a pensarci bene, le auto di lusso che erano solite disporre di questo optional avevano rigorosamente sedili in pelle, i quali hanno la tendenza a ghiacciare quando la temperatura esterna è bassa. E si sa che la Svezia non gode di un clima tropicale. Si riesce, dunque, a capire bene quali sono le origini progettuali dei sedili riscaldabili, accessorio che ha poi velocemente trovato spazio anche nelle automobili di altre marche e di altri paesi.
Il mondo tecnologico, come si sa e si sente dire un po’ dappertutto, ha fatto, e continua a fare costantemente, passi da gigante, ma, ad essere sinceri, la tecnologia che regola il funzionamento dei sedili riscaldati in auto è molto semplice e si basa sul fenomeno fisico che prende il nome di effetto Joule e grazie al quale l’energia elettrica che passa dentro ad una resistenza viene trasformata in calore. Lo stesso funzionamento della lampadina o del phon, tanto per intendersi.
In pratica all’interno dei sedili c’è una lunga striscia di materiale metallico che funziona come resistore, ovvero si oppone al flusso di energia elettrica, la quale comincia a correre quando si aziona l’interruttore, o relè, specifico e, ostacolandone il passaggio, la fa disperdere trasformandola istantaneamente in calore. Calore che poi si diffonde, più o meno uniformemente, al sedile.
Gli ultimi modelli sono, inoltre, dotati anche di un termostato che disattiva automaticamente il relè una volta raggiunta una temperatura prestabilita, anche perché un calore eccessivo diventa sia pericoloso, per il rischio che si corre di procurarsi antipatiche ustioni, che controproducente per quelle parti del corpo umano che si appoggiano di solito sul sedile, soprattutto per l’uomo, almeno se si dà ascolto alla notizia bomba lanciata dall’urologo tedesco Herbert Sperling, il quale ha dichiarato che un’eccessiva esposizione a troppo calore danneggia gli organi del sistema riproduttivo maschile.
Molte sono le case automobilistiche che presentano i sedili riscaldabili già installati di serie, vedi l’Alfa Romeo con la Giulietta o la Kia Motors con la Sportage 1,7 CRDI, per citarne solo alcune, ma in molte altre vetture resta un optional a parte il cui prezzo varia a seconda della marca e del modello.
All’acquirente spetta, quindi, la valutazione finale sul rapporto comfort/prezzo, perché, se è vero che a prima vista i sedili riscaldati appaiono come un accessorio non indispensabile e di cui si può fare a meno è anche fuor di dubbio che il livello del comfort che forniscono è decisamente elevato. Basti immaginare una mattina gelida che fa nascere tanti desideri a parte quello di uscire per affrontare la giornata: entrare in macchina ed essere accolti da un bel sedile tiepido che coccola il cattivo umore, non risolverebbe tutto, forse, ma potrebbe essere il giusto stimolo per riuscire a partire.