Tre multe da cinque punti e si corre il rischio di perdere la patente
Giulio Orzieri 17 Febbraio 2016

La patente a punti: croce e delizia.
Tutti quanti, infatti, sappiamo che, da che è stata introdotta questa “nuova” patente, siamo sottoposti ad un meccanismo di valutazione delle nostre capacità di guida. Se siamo bravi ci danno punti-bonus, se siamo poco propensi a seguire le regole, ce li tolgono.
Partendo da questa sintesi, più o meno chiara ai più, la confusione comincia ad assalirci quando scendiamo nei particolari.

Ad esempio, sapete che, anche se siete automobilisti virtuosi e avete collezionato 30 punti, il massimo, sulla vostra patente, commettete tre violazioni che comportano la decurtazione di 5 punti nell’arco di 12 mesi, per un’apparente somma di 15 punti, siete costretti a sostenere di nuovo gli esami per dimostrare il vostro ravvedimento? E sapete che se non lo fate entro 30 giorni dalla notifica dell’ultima multa correte il rischio di perdere la patente perché vi viene sospesa a tempo indeterminato?

Cominciamo dall’inizio: art. 126 bis del Codice della Strada, quello che regola il comportamento sanzionatorio rispetto alla gravità delle violazioni che si commettono.
Appurato che tutti, più o meno, sanno che se non ci comportiamo bene al volante corriamo il rischio di veder scendere il nostro monte punti, bisognerebbe domandarsi se siamo altrettanto informati su quali sono le infrazioni che comportano decurtazione di punti e, soprattutto, in quale misura.
Dobbiamo fare riferimento alle tabelle della Polizia di Stato, divise in gruppi a seconda della gravità della violazione. I reati stradali sono ben dettagliati e catalogati: si va da un massimo di 10 punti ad un minimo di 1 punto, ma la cosa che balza all’occhio è che nella categoria che prevede la decurtazione di 5 punti vi sono infrazioni molto più comuni di quanto si possa pensare, reati che, quasi sicuramente, un po’ tutti abbiamo commesso almeno una volta.

Infatti, se più che legittime sono le penalizzazioni da 10 punti, circolazione contromano nelle curve, sui dossi o su strade divise in carreggiate separate, inversioni di marcia in autostrada o guida in stato di ebbrezza, per fare solo qualche esempio, fanno nascere qualche perplessità alcune di quelle che appartengono alla categoria da 5 punti, non perché non debbano essere sanzionate, ovviamente, in quanto sono comportamenti errati che possono mettere in pericolo la propria e l’altrui sicurezza, ma perché ve ne sono alcune che, magari, qualcuno non si aspetta.

Guidare senza cintura di sicurezza, telefonare senza auricolare o “circolare a velocità non commisurata alle particolari condizioni in cui si volge la circolazione”, dicitura di per sé un po’ ambigua, che può essere valida se uno sfreccia a 100 km/h in città, meno se uno percorre alla stessa velocità una strada extraurbana, sono infrazioni che rientrano in questa categoria.
Alzi la mano chi non ha mai fatto una telefonata mentre era al volante o, in ugual misura, alzi la mano chi si è messo sempre la cintura di sicurezza e non ha mai superato i limiti di velocità.

Ma, al di là degli accenni di polemica, ciò che occorre comprendere è che bisogna stare molto attenti, perché se si arriva a collezionare 3 multe da 5 punti nell’arco di un anno si rischia davvero di perdere la patente e l’unico modo che abbiamo perché ciò non capiti è quello di tornare sui “banchi di scuola” e sostenere nuovamente sia l’esame di teoria che quello di pratica.
Nei 30 giorni che seguono la notifica della terza multa, tempo che ci viene concesso per aprire la procedura di revisione della patente, si può circolare liberamente, ma attenzione, perché, trascorsi i giorni concessi senza essersi iscritti alla Motorizzazione, la patente  ci viene sospesa a tempo indeterminato e ci verrà restituita, con tanto di pacchetto standard di 20 punti, solo dopo aver superato l’esame.

E se, invece, non lo si supera? Nessun appello. La patente ci viene revocata, insieme a tutte le altre eventuali patenti di altre categorie, ed occorre aspettare almeno un anno prima di poter tentare di conseguire una nuova patente, come se non si fosse mai guidata nessuna autovettura.
Ora, partendo dal presupposto che una regolamentazione severa sulle strade sia assolutamente necessaria perché ci sono tanti incoscienti che non sanno misurare la potenziale pericolosità che un’automobile in movimento rappresenta, non si può non osservare che, a volte, queste strategie educative nei confronti del cittadino un po’ intemperante ricordano lo stile della Signorina Rottemaier, l’intransigente governante che cercò di soffocare la fantasia di Heidi, e ci si domanda se siano così efficienti come sembrano.

Giulio Orzieri

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