È arrivata.
Come solo le dive sanno fare, dopo un anno d’attesa fibrillante, fatta di annunci strategici da parte di Marchionne in persona, presentazioni ufficiali ai vari Saloni Internazionali dell’Automobile di rinomanza mondiale e rumors che si sono diffusi sui forum di appassionati e negli eventi del settore, entra in scena la nuova Alfa Romeo Giulia. E con lei un segmento dell’Automotive che parla di emozioni e passione riprende corpo e fiato.
Era il 24 giugno del 2015, infatti, quando, durante i festeggiamenti del 105° anniversario della casa automobilistica, “the cardiganed assassin”, questo il piacevole soprannome che Sergio Marchionne, l’A.D. di FCA, si è guadagnato negli anni, tra una chiacchiera e l’altra dichiarò, apparentemente per caso, che la Giulia sarebbe arrivata da lì a qualche mese.
Fu un colpo da maestro: l’attesa cominciò all’istante e l’asticella dell’aspettativa è cresciuta nel corso del tempo, rendendo l’Alfa Romeo Giulia una delle automobili più attese degli ultimi decenni. Ed ora ha finalmente messo le ruote su strada e con eleganza e classe porta avanti la sfida lanciata alle colleghe tedesche, finora indiscusse leader nel segmento delle berline premium, le quali, siamo certi, cominciano a tremare perché questa nuova “creatura” del Biscione è, in tutto e per tutto, all’altezza delle aspettative e dei sogni che sono stati alimentati nel corso di quest’anno.
Affascinante, sportiva, aggressiva con un muso che presenta la tradizionale griglia della casa ed il nuovo logo bene in vista, seppur con classe, e con dei fianchi “asciugati” e ridefiniti dalla maschera che prosegue per tutta la fiancata, la Giulia si propone con un style accattivante e seducente. Nella versione Quadrifoglio, il top della gamma, le due prese d’aria sul cofano, i gruppi ottici lineari e lo spoiler posteriore siglano un capolavoro stilistico che dichiara uno stile declinato secondo i dettami del Made in Italy più puro, come non lo si vedeva da tempo e di cui si sentiva la mancanza.
Entrando nell’abitacolo l’emozione non si placa. Il volante è quasi un oggetto di design, con il logo metallico della casa nel centro ed il pulsante per l’avviamento keyless, il quadro comandi a doppia copertura a binocolo è un chiaro richiamo al passato ed un sistema di infotainment Connect 3D, compatibile con gli standard Apple Carplay e Android Auto e dotato di radio digitale Dab o, a richiesta, di un impianto audio Sound Theatre by Harman Kardon, dona un che di futuristico a tutta la vettura, grazie allo schermo di 6,5 pollici. I sedili sono ampi, comodi ed ospitano abbondantemente 4 persone, anche se sul divano posteriore trova comoda accoglienza un quinto passeggero, solo un po’ infastidito dal tunnel centrale.
La posizione di guida è bassa, e diversamente non potrebbe essere, visto che stiamo parlando di una sportiva nell’anima, come tradizione comanda, e guidare l’Alfa Romeo Giulia, infatti, è un’esperienza che sconfina nel sensoriale. Il pianale è stato realizzato in acciaio, nella versione per i comuni mortali, ed in fibra di carbonio nella Quadrifoglio Verde, a garanzia di un ottimo rapporto peso/potenza per un’efficienza ed una dinamicità di guida eccellente ed un abbattimento dei consumi, nonostante la grinta.
Le motorizzazioni disponibili attualmente sono un 2200 Turbodiesel o da 150 o da 180 CV, ma siamo in attesa del 2000 benzina, per la Giulia e la Giulia Super, mentre la Quadrifoglio sfodera un V6 di derivazione Ferrari da 2,9 litri con una potenza massima di 510 CV, il tutto per un cambio meccanico a 6 rapporti o automatico a 8.
Le porte dei saloni dei concessionari si sono aperte nel fine settimana del 28/29 maggio ed è stato un successo: 34mila visitatori si sono riversati in 166 punti vendita con più di 8.000 test drive effettuati e 3.000 in lista di attesa. Per i primi clienti, inoltre, sono previste edizioni limitate da collezione: la Sport First Edition e la Luxury First Edition, per un prezzo di partenza che si attesta sui 35.500 €.
Non era facile, bisogna ammetterlo. L’Alfa Romeo Giulia, fin dalle premesse, si è posta l’obiettivo di riempire quel vuoto lasciato dalla sua omonima che vide la luce nel 1962 e scrisse un pezzo di storia dell’Automotive, lasciando il popolo degli alfisti, noto per la sua devozione al Biscione, orfano di un simbolo da amare.
Il rischio era grosso, quindi, perché è difficile, se non impossibile, che due dive trovino spazio sullo stesso palcoscenico, ma il miracolo sembra riuscito: la nuova Giulia, che si ispira sicuramente all’antesignana, è riuscita ad imporsi e diventare protagonista e non imitazione.
L’unico rischio che ancora corre è doversi accollare la responsabilità della rinascita di tutta l’Alfa Romeo, casa automobilistica storica che ha sempre saputo coniugare cuore e passione a efficienza e progettazione, ma siamo sicuri che, anche se fosse, non si tirerà indietro e taglierà il traguardo del successo senza neanche affannarsi troppo, perché la nuova Alfa Romeo Giulia non ha solo un cuore che romba accanto al motore, ma anche un’anima.