La prima è la Fiat 124 Spider 2016, splendida rivisitazione della Fiat 124 Sport Spider, la leggenda nata 60 anni che conquistò gli States, rivaleggiò con la Duetto, altra icona della storia dell’Automobile, ed in poco meno di 20 anni vendette 150.000 esemplari, a testimonianza di quello che è stato un successo planetario, la seconda è l’ultima edizione, la quarta per l’esattezza, della Mazda Mx-5, la spider in assoluto più venduta di tutti i tempi, una mito che ha attraversato trent’anni di storia senza tradirsi mai.
Cos’hanno in comune? La piattaforma, gli interni e che sono delle decappottabili a due posti da far venire l’acquolina in bocca. Per tutto il resto, invece, le due signore, si distinguono con fermezza, orgogliose della loro diversità, mai come in questo caso sinonimo di unicità.
Partiamo da ciò che condividono. Tanto per cominciare un pubblico di fedeli appassionati della guida a cielo aperto che, chi l’ha provata lo conferma, produce dipendenza, per continuare la piattaforma leggera e sportiva della Mazda con motore anteriore e trazione posteriore ed uno schema sospensivo d’eccellenza che ha reso obbligatorio spostare il centro di produzione della piccola Fiat in Giappone, e per concludere gli allestimenti interni quasi identici, con le bocchette circolari che alleggeriscono la plancia orizzontale in mezzo alla quale spicca un ampio schermo da 7” dedicato all’infotainment.
E da questo punto in poi i cromosomi, fin qui omozigoti, prendono strade diverse.
Fascino orientale per la giapponese, con linee spezzate e pulite e proiettori anteriori sottili a scomparsa, per una maggiore aggressività, anche rispetto alle sorelle delle tre serie precedenti, e, nel complesso, una sportività più spartana ed incisiva. Un omaggio al passato in cui riecheggiano richiami stilistici antichi, invece, per la spider italiana, da vera signora, con un cofano ben scolpito da due bombature, il profilo posteriore trasversale ripreso pari pari dall’antenata del 1966 ed i gruppi ottici tondeggianti e generosi e che non passano inosservati sul davanti e più squadrati sulla parte posteriore.
Anche le motorizzazioni parlano lingue diverse. Due le versioni per la Mazda Mx-5, entrambe con motore aspirato, un 1.5 tre cilindri Skyactiv-G da 131 CV e 7.000 giri al minuto ed un più potente 2.0 con un cilindro in più che di CV ne sprigiona 160; solo una, invece, quella della Fiat 124 Spider 2016, che si contrappone con un turbo MultiAir 1.4 da 140 CV per il mercato europeo e da 160 per quello statunitense, se non si considera la versione derivata che porta il segno dello Scorpione, la Abarth 124 Spider, in arrivo a settembre, che di cavalli ne mette “in pista” 170 ed ha ambizione da bolide.
Continuando con il discorso numerico scopriamo che la più piccola della casa nipponica ci mette 8,4 secondi per arrivare da 0 a 100 km orari per una velocità massima di 204 km/h, mentre la 2.0 litri ce ne mette solo 7,3 per una velocità massima di 214 km/h, più o meno come la cugina siamese del Lingotto, che corre fino a 215 km/h ma ci mette 7,5 secondi a raggiungere la velocità di 100 km da ferma. Storia a sé la fa la Abarth, irraggiungibile e dedicata sa chi ha l’anima un po’ racing: da 0/100 km/h in 6,8 secondi per una velocità di punta di 240 km/h. Assolutamente illegale.
Per quanto riguarda il discorso prezzi, invece, vince la Mazda, leggermente più economica.
Si parte da 27.500 € per la versione più mite di Fiat 124 Spider e si arriva fino a 33.000 €, per la versione Anniversary, l’edizione limitata che comprende solo 124 esemplari, contraddistinti da un badge celebrativo numerato, la livrea Rosso Passione, i sedili in pelle nera, gli specchietti premium silver ed un logo 124 Spider sulla griglia frontale.
La Mazda Mx-5, invece, parte da 25.300 € per la versione base del 1.5 litri ed arriva fino a 29.950 € dell’allestimento Sport del 2.0, che poi, a ben guardare è lo stesso prezzo della Fiat 124 Spider 2016 nella sua versione più lussuosa. Anche in questo caso fa storia a sé la Abarth, che arriva, e facilmente supera, i 40.000 €, diventando un po’ più fuori portata e confermando la sua natura da superstar.
Difficile tirare conclusioni precise, perché qui non si sa di chi innamorarsi e si rischia di invocare il diritto alla bigamia. Quello che possiamo certamente dire è che loro ci sono, splendide, prestanti e fermamente intenzionate a conquistare chi gli somiglia. Entrambe puntano agli spiriti liberi, sportivi e che amano sentirsi la strada sotto gli pneumatici: più puri, minimalisti, essenziali e proiettati al futuro, per la giapponese, più autenticamente ed elegantemente roadster per la due posti tricolore.